Costruire un modello sostenibile di mobilità
Oggi i flussi migratori sono sempre più precari e difficilmente stanziali come erano nel passato. Bisogna favorire, dove possibile, il rientro e la ripopolazione di aree dell’Italia desertificate e prive di prospettive. Promuovere e regolamentare una “mobilità ambientale” ha lo scopo di favorire un’occupazione professionale a beneficio soprattutto del Mezzogiorno d’Italia e delle aree del margine della Penisola, incentivando un “fare impresa di ritorno” che promuova la transizione verde e rigeneri di linfa sociale i territori italiani spopolati.
Come possiamo fare?
Dobbiamo lavorare per costruire un Paese che garantisca eque opportunità di genere e generazionali, questo è il primo punto per rallentare la diaspora di ragazze e ragazzi, donne e uomini che ogni anno partono.
Contemporaneamente dobbiamo lavorare in modo strutturale per costruire una mobilità “con ritorno” che porti valore aggiunto e nuove competenze, spingendo per premiare le start-up, le idee, i progetti imprenditoriali che abbiano al loro centro gli obiettivi di sviluppo sostenibile del Global Compact (SDG’s), obiettivi capaci di attrarre gli investimenti ESG ovvero quegli investimenti socialmente responsabili, sui quali l’attenzione della finanza mondiale è altissima. Fare business in modo equo dal punto di vista ambientale, territoriale e sociale (promuovendo rientro/creando lavoro) è un progetto possibile e di medio periodo: creare giuste opportunità è la visione.
Dobbiamo investire sul Turismo delle Radici quale volano per far riscoprire i luoghi del margine ed attrarre investitori e nuovi cittadini in grado di riabitarli.
L’Italia può e deve essere la prima della classe per una transizione verde equa con profondi e positivi impatti sulla società e i territori.
Molto spesso, le capacità e le competenze sono all’estero. Dobbiamo sollecitare il loro rientro: cambiare la mobilità a senso unico, dal Paese al resto del mondo, richiede nuovi modelli strutturali, monitorabili e migliorabili.
I modelli, come gli impact bond, esistono. Altri possono essere discussi all’interno del quadro più ampio della strategia nazionale e del Green Deal, così come essere diretti specificatamente alle aree del Mezzogiorno: è da lì che bisogna partire in modo circolare e sostenibile.