Perché le abitudini sono cambiate e così le necessità e i bisogni
Anche gli italiani e le italiane all’estero hanno sperimentato, soprattutto negli ultimi anni segnati dalla pandemia, un modo altro di vivere nel Paese di migrazione il rapporto con il proprio lavoro e/o studio.
Cosa accade e cosa serve?
Molte e molti hanno scelto, avendone la possibilità, di rientrare in Italia continuando a svolgere la propria attività in modalità nuove, da remoto e con la flessibilità dello smart working.
C’è bisogno, dunque, di aggiornare il modello, inserendo tutele adeguate e una regolamentazione che rispetti garanzie e diritti lavorativi comunitari.
Una politica per la circoscrizione italiana in Europa non può non dedicarsi allo studio e all’ampliamento di modalità di lavoro innovative che consentano di essere occupati per una società e/o istituzione estera, ma vivere per un lungo periodo in Italia, ripopolando i territori e con la possibilità, in aggiunta, di attivare indotti economici e investimenti nuovi.
Inoltre, le recenti esperienze di mobilità, spesso provvisorie e discontinue, richiedono anche un rinnovamento dell’Aire, in modo da diventare uno strumento appropriato a fotografare i flussi di italiani e italiane in Europa e nel mondo.